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  • Writer's pictureAlessandra Fanizzi

EMPATHY:INTERVISTA > ROSANNA CALCAGNILE

C’è una bella atmosfera all’Accademia di Costume e Moda Calcagnile. Si respira empatia immediata con la founder, nonché stilista e costumista, Rosanna Calcagnile.

Il numero del giorno è 8.

8 non è solo un numero, ma è il simbolo d’infinito, che collega dinamica:mente l’empatia a lei, e alle persone circostanti. 8 sono le domande destinate a Rosanna, in questa convers:azione che abbraccia l’infinito e la bellezza umana e crea(t)tiva.


EMPATHY:INTERVIEW > ROSANNA CALCAGNILE

Buongiorno Rosanna, ti ringrazio per aver aperto le porte della Calcagnile Academy all’Empathy:intervista. Puoi disegnare con le parole la tua visione?

Ciao! Come persona, ho ereditato dalla mia famiglia sani valori umani, sensibilità estetica, razionalità, rifiuto per ristrettezza mentale e omologazione. Grazie a questi insegnamenti-pilastro e alla mia determinazione, mi sono guardata intorno e ho desideravo ridare dignità a un settore artistico declassato da anni, ingabbiato nell’ignoranza. Ho indirizzato la mia visione verso la volontà di fare qualcosa di significativo per la crescita del nostro territorio. Dunque, nel 1984 viene fondata l’Accademia di Moda, che in realtà è la prima accademia di design salentina. Accademia come contenitore di ricerca, di esplorazione artistica e tecnica, di successivo sostegno per l’inserimento da un punto di vista lavorativo, rappresentata da corsi di studi di formazione post diploma e post laurea, indirizzata alle figure con la passione per la moda. Parlare di moda, per me, significa parlare di comportamento, stile, pensiero e valore umano. Avere una formazione nella moda significa conoscere un mestiere e tradurlo con contemporaneità, e poi di praticarlo con umiltà, etica, identità, determinazione, caparbietà e professionalità.


EMPATHY:INTERVIEW > ROSANNA CALCAGNILE
Rosanna Calcagnile a destra, con una sua studentessa.

Qual è il sentimento motore e la missi:on che ti ha portata a formare un Academy?

Il sentimento motore è la volontà, la voglia di credere in un progetto legato al territorio, e la tenacia. Ho avuto modo di imbastire la mission dell’Accademia, dettata dal trinomio tra Arte, Moda e Didattica, unita al Legame con la nostra terra di appartenenza in una visione di apertura, mettendo sempre lo studente al centro dell’attenzione. Questa accademia non nasce come una scuola orientata al business, ma come una accademia con un cuore, dove stare insieme e stare bene in gruppo, orientata al progresso su più livelli. Era necessario fornire all’allievo uno strumento didattico esemplificativo (brevetto Calcagnile), affinché potesse comprendere a pieno la progettazione, e corredarlo di un piano di studi specialistico in un'ottica di formazione integrata, arricchita da valori umani, oltre che professionali. Questa è (stata) la formula vincente, sempre legata alla positività e all’entusiasmo.


'Mi abito, ci abito' fashion design project
'Mi abito, ci abito' fashion design project

Qual è la tua fonte di ispirazione?

Mi ispira l’umanità, le belle persone intorno a me, soprattutto quelle che come me hanno avuto delle radici, il cui valore umano è fondamentale nell’ambito della famiglia. Non c’è cosa di più appagante nella vita di avere la fortuna di dialogare in famiglia, di incontrare un compagno o un marito -come l’ho incontrato io, che collabora a 360 gradi- di saper fare qualcosa, e saperlo fare insieme. Fare questo in prospettiva futura, sia per i propri figli che per gli studenti. Mi ispira la positività, anche come parte integrante di una formazione, e l’errore come esperienza costruttiva e positiva. Mi ispirano le persone che aprono la mente, e vorrei che anche i giovani talenti prendano input da tutte le parti e li traducessero in forme di positività.

L’Accademia mette al centro creatività, tradizione e futuro, creazione pratica e teorica, e giovani talenti. E soprattutto mira ad ac:cogliere ed educare risorse umane. Come immagini il futuro di tali risorse?

Questa è una bella domanda. Di talenti ce ne sono tanti…Se le intelligenze creative non si accompagnano ai valori umani, si può anche oltrepassare il limite e ci si disperde. Per poter trattenere i creativi o per farli esprimere al meglio, deve entrare in campo anche una classe politica, che non deve pensare solo ad un risanamento di conti a livello personale, ma promuovere le infrastrutture, credere maggiormente in questi ragazzi, e sviluppare idee attraverso loro stessi, per non consentire la fuga di questi giovani, che vanno via se non stanno bene, facendo del danno a se stessi e anche al territorio. Bisogna cercare di aiutarli, anche nella loro fragilità caratteriale, di suggerire loro di soffermarsi maggiormente, di credere nelle loro potenzialità.

[…] Dove stiamo andando? Perché prima stavamo bene o oggi no? Il benessere ci ha portato ad un regresso, ed il progresso è reale solo per certi versi. Abbiamo ricevuto i giusti insegnamenti dal passato. Tocca a noi poi credere e vivere con i valori giusti. E se riusciamo ad essere in grado di trasmetterli per il futuro, si vince. Dobbiamo ragionare nel presente per un futuro migliore. Le parole chiave sono: rispetto, umiltà, apertura mentale, collaborazione, qualità, condivisione, identità.



Nel 1992 hai fondato, inoltre, l’Associazione culturale RC. Può descrivermi cosa rappresenta per te e quali sono i prossimi progetti relazionati ad essa?

L’associazione nasce con lo scopo ben preciso di certificare le competenze dell’allievo, ampliando le attività attraverso seminari di studio, borse di studio, sfilate, e tutto ciò che possa essere un valore aggiunto alla formazione. L’associazione è dunque di supporto all’accademia, e promuove anche delle borse di studio a copertura parziale, erogate per gli studenti più meritevoli. Rilasciamo anche una borsa di studio a copertura totale, chiamata “Premio Salvatore Fantastico di Kastron”. Ho avuto l’onore di aver avuto il grande maestro dell’accademia dei sarti in commissione di esami, e lui aveva grande stima per la nostra Accademia. Era definito il sarto delle dive ed era conosciuto a livello mondiale, ma non aveva ricevuto mai alcun premio nella sua città natale, Salice Salentino. Come presidente di giuria, dovevo individuare una rosa di eccellenze meritevoli, così ho conferito a questo grande maestro il Premio alla Moda. Dopo la sua morte, la sorella Rosalba, artista poliedrica nonché oggi anche Donna di Puglia, lo ha sostituito, fisicamente, nella commissione di esami, conferendo, ogni anno, una borsa di studio a copertura totale dell’importo del corso di studi, in memoria del fratello scomparso. Si ritorna sempre sul livello umano, oltre che su quello professionale. Tutto torna, sempre.

A proposito di progetti, per la prima volta in Puglia e Italia, la Calcagnile Academy ha recentemente accolto il percorso esperienziale back to human.®, fondato sul legame indissolubile tra empatia + creatività. Come senti questa unione e quale utilità formativa attendi da tale esperienza?

Vivo questa esperienza come una continuità. Non mi sono affatto meravigliata dell’incontro con Andrjiana Popovic. È come se ci conoscessimo da una vita, come se fossimo nate nella stessa famiglia, con gli stessi valori, con lo stesso obiettivo. Sta (di)mostrando il vero senso di umanità alle nuove generazioni, per un futuro sostenibile. Ci auguriamo che questo progetto di vita in cui noi crediamo possa davvero essere sentito anche dalle nuove generazioni. In realtà, ne abbiamo già riscontro: vedere l’aula piena e vedere i miei ragazzi felici, con gli occhi lucidi, e con una sensazione di benessere, fa star bene tutti. Insieme.


Qual è il motivo per cui hai scelto di integrare questo workshop all’Accademia?

È proprio l’empatia. Il fil rouge con l’empatia estetica è fondato sull’apertura e sulla connessione, ed è applicato alla creatività. Ci siamo chieste cosa potessimo fare insieme per rafforzare maggiormente quello in cui crediamo, e come indirizzare anche le nuove generazioni verso i valori umani, e dunque per disegnare futuro e identità.[…] Niente è mai per caso. Neanche questo incontro con lei, o con te, Alessandra, attraverso questa intervista. Vedo che parliamo la stessa lingua ed è come se ci conoscessimo da una vita, no? L’empatia è questo, ed è in ognuno di noi. A volte bisogna solo tirarla fuori in senso positivo.


back to human.

Empatia e ispirazione sono due punti chiave per me, per te e per tutti gli animi sensibili. Utilizzando queste due parole cardine, cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere un percorso creativo come progetto di vita professionale?

Consiglio di seguire il proprio in:tuito. Di farsi aiutare dalle persone per scoprire quello che può essere davvero il proprio percorso di vita. Molte persone hanno delle potenzialità, ma non sanno di averle. Concorrono inevitabilmente i luoghi e le persone che frequentiamo, anzi ne sono i veri responsabili. Quindi bisogna cercare quelle opportunità, come in questo caso può essere un seminario o degli appuntamenti promossi dalla nostra accademia, ma con le persone giuste che connettono creatività, potenzialità e talento.

Indubbiamente poi il carisma è un altro buon elemento. Si nasce con il carisma, e lo si affina nel tempo. I valori fondamentali sono l’Empatia, la creatività, l’umanità, la connessione, la condivisione. Ognuno di noi può attingere, da questi punti, per realizzare il proprio progetto di vita, che non è irraggiungibile…anzi lo stiamo già raggiungendo, parlando in questa conversazione, vero?

[…] E termino, con queste parole, che amo: l’Accademia tesse, imbastisce, cuce, e rafforza le relazioni umane.

Con autenticità e sano amore infinito.





Per maggiori informazioni, visita: http://www.calcagnile.com



Photo credits: Kubo, Calcagnile Academy

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